@arbabnavees45:

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mian__farrukh786
⚓ فرخ بن خالد⚓ :
🥰🥰🥰
2024-11-10 05:51:18
2
ha.rajpoot1
HA Rajpoot :
😁😁😁
2024-11-11 10:16:51
1
ha.rajpoot1
HA Rajpoot :
😳😳😳
2024-11-11 10:16:48
1
ha.rajpoot1
HA Rajpoot :
🥰🥰🥰
2024-11-11 10:16:45
1
ha.rajpoot1
HA Rajpoot :
🥰🥰🥰🥰
2024-11-11 10:16:35
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PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA NON SI PUO FARE! GABANELLI Il Ponte sullo Stretto di Messina appare e scompare quasi a ogni cambio di governo. L’ultimo no è di Mario Monti. Nel 2012 la necessità di contenere la spesa pubblica è stringente: il governo rileva gravi carenze nel progetto definitivo del 2011 e chiede di dettagliare gli aspetti finanziari e la sostenibilità generale dell’opera, pena la messa in liquidazione della Società Stretto di Messina (qui legge 221 del 2012). Le integrazioni non arrivano e il governo nomina un commissario liquidatore (qui Dpcm 15 aprile 2013). 2020: riparliamone Nell’estate 2020 l’esecutivo Conte ripropone l’idea col piano di rilancio delle infrastrutture in Italia inserito nel Pnrr. La ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli nomina una commissione di 16 esperti per esaminare possibili alternative alla campata unica e si stanziano 50 milioni per un progetto di fattibilità. Conte cade nel 2021 e il governo Draghi conferma gli stanziamenti. Del progetto di fattibilità se ne dovrebbe occupare Italferr, società di ingegneria del gruppo Fs che, contattata da Dataroom, risponde: «Italferr non ha mai ricevuto alcun incarico per sviluppare uno studio di fattibilità e mai è stata coinvolta in alcuna attività di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina». I 50 milioni rispuntano dopo le elezioni nel 2022 quando Matteo Salvini, nuovo ministro dei Trasporti, decide di usarli per riattivare la società Stretto di Messina spa e l’amministratore delegato di allora: Pietro Ciucci. Salvini passa all’azione L’opera figura nel programma elettorale della Lega (qui) che in precedenza si era sempre detta perplessa. Il 29 settembre 2016 ad Agorà Salvini dice «più di una volta la Lega ne ha sottolineato le perplessità» e lo stesso giorno Luca Zaia scrive su Facebook «Con Matteo Salvini sosteniamo la stessa idea: non è un’opera prioritaria per il Paese» (qui). Una volta giunto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il leader della Lega decide di correre perché «il Ponte è una priorità». Il 31 marzo 2023 il governo emana il decreto (qui), poi convertito in legge, che fissa il termine per il progetto esecutivo al 31 luglio 2024, sulla base di quello definitivo del 2011 (e che va «integrato» da una relazione aggiornata del progettista, qui). Si rispolvera anche il soggetto deputato alla realizzazione dell’opera: il consorzio Eurolink che aveva vinto la gara e ha ancora in ballo una causa con lo Stato da 657 milioni di euro per l’interruzione del 2013, persa in primo grado e ora in appello e che ha promesso di ritirare se ripartono i lavori. Un progetto già bocciato Si riparte dunque dal vecchio progetto, con le carenze rilevate dal governo Monti e quelle evidenziate dal ministero dell’Ambiente di allora. Progetto bocciato anche nella sostanza dalla commissione di esperti del Mit ad aprile 2021. Nella relazione finale si legge: occorre studiare soluzioni alternative, quella a unica campata non è la migliore (qui). Il problema posto dai tecnici è che ad oggi non esiste ancora la tecnologia per una infrastruttura di quel tipo. Lo stesso anno le Università di Catania e Kiel (Germania) annunciano la scoperta di una faglia attiva di 34,5 km lungo lo stretto di Messina, mai mappata, che ha deformato il fondale marino e che è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 7,1 (qui). Il livello massimo sopportabile dalla struttura (qui). L’aggiornamento del progettista non ne tiene conto. D’altronde i tempi sono troppo stretti: il 29 settembre 2023 c’è la firma tra Stretto di Messina ed Eurolink e il 30 settembre il Consorzio comunica di aver consegnato la documentazione. Il plico finisce al Comitato scientifico indipendente della Stretto di Messina che a febbraio dà parere positivo, ma a patto che siano accolte 68 raccomandazioni #gabanelli #pontesullostrettodimessina #messina #sicily #sicilia #salvini #m5s #ponte #strettodimessina #italy #italia
PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA NON SI PUO FARE! GABANELLI Il Ponte sullo Stretto di Messina appare e scompare quasi a ogni cambio di governo. L’ultimo no è di Mario Monti. Nel 2012 la necessità di contenere la spesa pubblica è stringente: il governo rileva gravi carenze nel progetto definitivo del 2011 e chiede di dettagliare gli aspetti finanziari e la sostenibilità generale dell’opera, pena la messa in liquidazione della Società Stretto di Messina (qui legge 221 del 2012). Le integrazioni non arrivano e il governo nomina un commissario liquidatore (qui Dpcm 15 aprile 2013). 2020: riparliamone Nell’estate 2020 l’esecutivo Conte ripropone l’idea col piano di rilancio delle infrastrutture in Italia inserito nel Pnrr. La ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli nomina una commissione di 16 esperti per esaminare possibili alternative alla campata unica e si stanziano 50 milioni per un progetto di fattibilità. Conte cade nel 2021 e il governo Draghi conferma gli stanziamenti. Del progetto di fattibilità se ne dovrebbe occupare Italferr, società di ingegneria del gruppo Fs che, contattata da Dataroom, risponde: «Italferr non ha mai ricevuto alcun incarico per sviluppare uno studio di fattibilità e mai è stata coinvolta in alcuna attività di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina». I 50 milioni rispuntano dopo le elezioni nel 2022 quando Matteo Salvini, nuovo ministro dei Trasporti, decide di usarli per riattivare la società Stretto di Messina spa e l’amministratore delegato di allora: Pietro Ciucci. Salvini passa all’azione L’opera figura nel programma elettorale della Lega (qui) che in precedenza si era sempre detta perplessa. Il 29 settembre 2016 ad Agorà Salvini dice «più di una volta la Lega ne ha sottolineato le perplessità» e lo stesso giorno Luca Zaia scrive su Facebook «Con Matteo Salvini sosteniamo la stessa idea: non è un’opera prioritaria per il Paese» (qui). Una volta giunto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il leader della Lega decide di correre perché «il Ponte è una priorità». Il 31 marzo 2023 il governo emana il decreto (qui), poi convertito in legge, che fissa il termine per il progetto esecutivo al 31 luglio 2024, sulla base di quello definitivo del 2011 (e che va «integrato» da una relazione aggiornata del progettista, qui). Si rispolvera anche il soggetto deputato alla realizzazione dell’opera: il consorzio Eurolink che aveva vinto la gara e ha ancora in ballo una causa con lo Stato da 657 milioni di euro per l’interruzione del 2013, persa in primo grado e ora in appello e che ha promesso di ritirare se ripartono i lavori. Un progetto già bocciato Si riparte dunque dal vecchio progetto, con le carenze rilevate dal governo Monti e quelle evidenziate dal ministero dell’Ambiente di allora. Progetto bocciato anche nella sostanza dalla commissione di esperti del Mit ad aprile 2021. Nella relazione finale si legge: occorre studiare soluzioni alternative, quella a unica campata non è la migliore (qui). Il problema posto dai tecnici è che ad oggi non esiste ancora la tecnologia per una infrastruttura di quel tipo. Lo stesso anno le Università di Catania e Kiel (Germania) annunciano la scoperta di una faglia attiva di 34,5 km lungo lo stretto di Messina, mai mappata, che ha deformato il fondale marino e che è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 7,1 (qui). Il livello massimo sopportabile dalla struttura (qui). L’aggiornamento del progettista non ne tiene conto. D’altronde i tempi sono troppo stretti: il 29 settembre 2023 c’è la firma tra Stretto di Messina ed Eurolink e il 30 settembre il Consorzio comunica di aver consegnato la documentazione. Il plico finisce al Comitato scientifico indipendente della Stretto di Messina che a febbraio dà parere positivo, ma a patto che siano accolte 68 raccomandazioni #gabanelli #pontesullostrettodimessina #messina #sicily #sicilia #salvini #m5s #ponte #strettodimessina #italy #italia

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