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Saturday 08 February 2025 00:51:03 GMT
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Sanremo 1986: Loredana Bertè debutta sul palco dell’Ariston con "Re", un brano scritto da un giovane compositore di nome Pino Mango. Una canzone per nulla scontata: rock contaminato da sonorità pop moderne per l’epoca, ma non immediatamente orecchiabile. E infatti, della canzone in sé si ricorderanno in pochi. A rimanere impressa nella memoria collettiva sarà invece la sua esibizione, anzi, le sue esibizioni. Da un lato, il testo della canzone è molto evocativo e simbolico, parlando di un amore quasi mistico e totalizzante. Dall'altro, la scelta scenica di Bertè per il Festival di Sanremo puntava a rompere gli schemi e provocare, come spesso ha fatto nella sua carriera. Le coreografie, curate da Franco Miseria, vedono Loredana sul palco con due ballerine, la corista Aida Cooper, un tastierista e un bassista. Ma la vera deflagrazione mediatica arriva alla prima serata, quando si presenta con una tutina in latex e un pancione finto. Un’idea forte, provocatoria: la donna in tutte le sue sfaccettature—ragazza, moglie, madre, figura futurista e post-futurista—immaginata in un domani che, col senno di poi, non era neanche troppo lontano. Troppo avanti per il Festival di Sanremo, che si scandalizza e insorge. Il pubblico non capisce, la critica si divide, la stampa ci si avventa. Eppure, anni dopo, Madonna e Lady Gaga adotteranno estetiche simili, mentre la gravidanza diventerà un simbolo esibito senza più remore. Ma nel 1986 è ancora troppo presto. Alla seconda serata, Loredana cambia registro: via il pancione, dentro un look da teenager ribelle. Jeans strappati, giubbotto, un’energia sfrontata che sfida il pubblico dell’Ariston. È un altro capitolo di questa storia d’arte e provocazione, un altro segnale della sua versatilità. Ma l’attenzione ormai è tutta sulla polemica, e pochi si soffermano sul significato più profondo di ciò che sta portando in scena. Poi arriva la finale. La Bertè si trasforma ancora una volta. Ora è vestita di nero, un lungo abito Armani, un bouquet argentato tra le mani. Sposa o vedova? Il dubbio resta, ma la sua interpretazione non lascia spazio alla leggerezza. È un congedo intenso, quasi drammatico, che spegne la spensieratezza della prima serata per lasciare il posto a qualcosa di più profondo e cupo. Quello che rimane di quell’edizione di Sanremo è un grande scandalo, un clamore mediatico che azzera qualsiasi discussione sugli altri concorrenti. E anche sulla canzone stessa, che finisce per essere messa in ombra dalla messinscena. Ma Re è solo una parte del quadro. Il vero spettacolo, quello che ancora oggi viene ricordato, è la Bertè, capace di trasformare un palco in una dichiarazione artistica e di pagare il prezzo di essere troppo avanti per il suo tempo. #sanremo1986 #loredanaberte #scandalo #performance #outfit #reloredanaberte #festivaldisanremoscandalo
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