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ta_ha_38
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2025-08-02 12:09:31
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Immagina l’inizio degli anni Settanta, quando le atmosfere leggere e frizzanti si intrecciavano con una sottile vena ironica.  In quel gennaio del 1972 usciva Amore e fame, un brano che portava con sé la voce brillante e teatrale di Ombretta Colli, attrice e cantante capace di reinventarsi e trovare, finalmente, la sua dimensione artistica. Dentro l’album Viva l’ammore prendeva vita questa canzone firmata da Giorgio Gaber e Giuseppe Tarozzi (testo) con musica dello stesso Gaber, pubblicata dalle edizioni musicali Curci. Colli, con un piglio ormai maturo, sceglieva di affondare le radici nella musica popolare, vestendo il pezzo con un’interpretazione che oscillava tra l’aggressivo e l’ironico, senza perdere mai quella leggerezza scanzonata che la rendeva convincente. C’era in lei il gusto della narrazione, la capacità di trasformare piccoli episodi quotidiani in momenti teatrali, unendo amore e cibo in un intreccio che diventava racconto di vita. Amore e fame non era solo una canzone, ma una piccola commedia in musica: l’incontro fortuito davanti a un fritto misto, le cortesie tra un brasato e un gelato, i sogni di matrimonio che sbocciavano tra cozze e polenta. Una storia che metteva in scena il paradosso di un sentimento tanto reale quanto buffo, vissuto con la naturalezza di chi non teme di ridere di sé stessa. In quel gioco di strofe e piatti serviti uno dopo l’altro, Ombretta Colli dimostrava di essere molto più di una semplice interprete: era un’attrice capace di incarnare il senso di un testo, di restituirne il ritmo e l’ironia con una forza che la consacrava definitivamente come figura di spicco nella canzone d’autore italiana. Un amore che “vien e che va”, certo, ma che rimane scolpito nella memoria proprio perché raccontato con la leggerezza di chi sa trasformare anche la fame in poesia. #ombrettacolli #amoreefame #gaber #annisettanta #musica
Immagina l’inizio degli anni Settanta, quando le atmosfere leggere e frizzanti si intrecciavano con una sottile vena ironica. In quel gennaio del 1972 usciva Amore e fame, un brano che portava con sé la voce brillante e teatrale di Ombretta Colli, attrice e cantante capace di reinventarsi e trovare, finalmente, la sua dimensione artistica. Dentro l’album Viva l’ammore prendeva vita questa canzone firmata da Giorgio Gaber e Giuseppe Tarozzi (testo) con musica dello stesso Gaber, pubblicata dalle edizioni musicali Curci. Colli, con un piglio ormai maturo, sceglieva di affondare le radici nella musica popolare, vestendo il pezzo con un’interpretazione che oscillava tra l’aggressivo e l’ironico, senza perdere mai quella leggerezza scanzonata che la rendeva convincente. C’era in lei il gusto della narrazione, la capacità di trasformare piccoli episodi quotidiani in momenti teatrali, unendo amore e cibo in un intreccio che diventava racconto di vita. Amore e fame non era solo una canzone, ma una piccola commedia in musica: l’incontro fortuito davanti a un fritto misto, le cortesie tra un brasato e un gelato, i sogni di matrimonio che sbocciavano tra cozze e polenta. Una storia che metteva in scena il paradosso di un sentimento tanto reale quanto buffo, vissuto con la naturalezza di chi non teme di ridere di sé stessa. In quel gioco di strofe e piatti serviti uno dopo l’altro, Ombretta Colli dimostrava di essere molto più di una semplice interprete: era un’attrice capace di incarnare il senso di un testo, di restituirne il ritmo e l’ironia con una forza che la consacrava definitivamente come figura di spicco nella canzone d’autore italiana. Un amore che “vien e che va”, certo, ma che rimane scolpito nella memoria proprio perché raccontato con la leggerezza di chi sa trasformare anche la fame in poesia. #ombrettacolli #amoreefame #gaber #annisettanta #musica

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